I corsi sono costituiti da una sequenza di moduli detti "gusti di gelato", perché, come accade in gelateria, potete scegliere i "gusti" che desiderate e porli nell'ordine da voi preferito, costruendo così la vostra soluzione personalizzata.
Ogni "gusto" è un insegnamento di due ore, prolungabili a tre in caso di domande, per gruppi fino a 20 partecipanti o in coaching individuale. Tipicamente, si scelgono quattro gusti, da pianificare con cadenza settimanale.
Tutti i "gusti" hanno un elemento in comune: la conoscenza di come funziona la mente umana, propria e degli altri. Ogni "gusto" è una applicazione pratica di una piccola a parte di tale competenza: anche se i contenuti sono sempre operativi, frequentando numerosi "gusti" si finisce con l'apprendere, quasi senza accorgersene, un'abillità in più: "saper guidare" la mente (propria ed altrui), pilotandola, con successo, attraverso le innumerevoli difficoltà psicologiche, che tutti quotidianamente incontriamo
Vi proponiamo i gusti più richiesti. Altri ancora possono essere progettati in funzione delle vostre esigenze ed è sufficiente, per i nostri gelatai, un solo mese per predisporre "su misura" il gusto che fa per voi.
Riscopriamo la logica e usiamola creativamente
In questo "gusto" si suggerisce un efficace metodo per ampliare le proprie capacità pratiche di ragionamento logico e per coordinare efficacemente la logica con la creatività.
L'ambiente
frenetico abitua ad usare poco la logica; inoltre una sua applicazione, la scienza, rischia di sovrastare tutte le altre, perché, secondo troppi, "è vero solo ciò che è scientificamente dimostrato".
Dimostreremo che il "pensiero scientifico" è un caso particolare di argomentazione logica e che esso non ha nulla a che vedere con la "verità", ma solo con l'utilità. Scopriremo che ognuno , curiosamente, può definire delle "scienze personali" altrettanto utili.
Analizzeremo il caso di Steve Jobs, che ha ottenuto i ben noti successi coniugando l'innovazione creativa con la logica, ed evidenzieremo un ulteriore pregio di Jobs: la sua capacità di non chiudersi in sé, ma di scegliere e valorizzare le idee altrui.
Introdurremo il neologismo "ruolina", che aiuta a capire come mai, spesso, diamo retta a fonti inaffidabili o addirittura fuorvianti, mentre é necessario imparare a decidere consapevolmente quali persone ed enti meritino la nostra fiducia.
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Come manipolare le masse: i "Cervelli Esterni"
Per influire sui comportamenti altrui ci sono tre metodi: il persuasore, da cui si è convinti in modo conscio; i messaggi subliminali, che convincono ma non ce se ne accorge; i cervelli esterni, grazie ai quali la “vittima” ritiene di aver preso di testa sua una decisione che in realtà è stata concepita da altri.
Malgrado la loro pericolosità intrinseca, i cervelli esterni sono utilissimi. Sono loro che prendono fino all’80% delle nostre decisioni quotidiane e lo fanno in modo soddisfacente, senza che il cervello interno debba affaticarsi.
Il "gusto" illustra come e perché i cervelli esterni sono nati, la loro evoluzione attraverso i millenni e come usarli nel modo migliore, sia per difendersi dalle manipolazioni altrui, sia per influire efficacemente sugli altri.
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Il gioco di squadra: capirlo, giocarlo, implementarlo.
Ogni gruppo possiede un pensiero proprio, diverso da quello di ciascun partecipante. Non a caso si dice: “La squadra ha giocato bene”, “L’Italia importa petrolio”, “L’azienda ha lanciato un prodotto”. Il decreto legislativo 231/01 introduce addirittura l’ipotesi di responsabilità penale per le persone giuridiche.
Il "gusto" insegna come funziona il pensiero di un qualunque gruppo e di una qualunque organizzazione. Si scopre che ci sono molte analogie e poche differenze rispetto al funzionamento della mente di una persona e questo consentirà di "dominare" il gioco di squadra con la medesima disinvoltura con cui governiamo il nostro personale pensiero.
Le conoscenze trasmesse sono essenziali, sia per dirigere gli altri, sia per far parte attiva di una squadra, in modo coerente con le necessità del collettivo.
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Le emozioni: che cosa sono e come si usano
La mente dispone di più intelligenze, che gestiscono segnali, che provengono dall’esterno e sono ricevuti dai cinque sensi.
L’intelligenza emotiva gestisce i segnali analogici. Un esempio di segnale analogico è un'immagine: in essa, come in tutti i segnali analogici, i vari elementi che la compongono sono distribuiti nello spazio, mentre sono percepiti tutti nello stesso istante. Altri esempi di segnali analogici sono gli odori e i suoni (intesi come armonie).
L'intelligenza razionale gestisce parole, numeri e tutti gli altri tipi di simboli. Si noti che le parole sono percepite l'una dopo l'altra, cioè sono distribuite nel tempo. Questa caratteristica è comune a tutti i simboli.
L'intelligenza razionale è capace di definire mentalmente e comunicare all'esterno ogni sua attività sotto forma di parole: in ciò consiste il suo essere "conscia".
Lo scopo di entrambe le intelligenze è di determinare il comportamento da tenere. Poiché percepiscono percezioni del tutto diverse, esse giungono a conclusioni tipicamente differenti. Dovranno quindi accordarsi mediante un "dialogo": le emozioni sono i messaggi che l'intelligenza emotiva manda a quella razionale, al fine, appunto, di trovare una accordo.
Questo è l'inizio del "gusto". Si prosegue fino a definire sentimenti e attenzione. Si impara, infine, a riconoscere il "dialogo" e a pilotarlo: non in modo da essere totalmente razionali (errore gravissimo, anche se c'è chi lo raccomanda), ma di sfruttare il potenziale di entrambe le intelligenze per ottenere il massimo, quanto a risultati pratici.
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Fiori di zucca
Sì. La "zucca" in questione è proprio... la vostra, che può "rifiorire" acquisendo una semplice abilità che vi renderà "più intelligenti": non per superare i test di un molto teorico "Quoziente Intellettivo", ma per gestire con risultati positivi la vita pratica di ogni giorno, nel lavoro e nella vita.
L’attività di pensare si può effettuare in tre modi assai differenti fra loro: pensiero pratico, pensiero logico e pensiero creativo. In una data situazione, uno di essi è il migliore, un secondo è accettabile e un terzo costringe a maggiore fatica o è addirittura controproducente. Non conoscendo la differenza, la scelta dello strumento da usare in una determinata circostanza è per lo più casuale.
Saper scegliere il tipo di pensiero in funzione dell’attività in corso produce un sensibile aumento di quelle capacità che, nel linguaggio comune, vengono chiamate col termine (improprio) di “intelligenza”. Ci si sente come se il cervello “fiorisse”.
Un ulteriore progresso si ottiene imparando ad usare contemporaneamente due o addirittura tutti e tre i tipi di pensiero. In mancanza di specifico addestramento, questa è una capacità istintivamente posseduta, rispettivamente, da una persona su cento e da una persona su mille.
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Come far sorgere un desiderio
Il desiderio di un prodotto si forma al momento della percezione; più precisamente, quando la percezione del cliente diviene sufficientemente attenta affinché nella sua mente si crei "l'immagine" del prodotto.
Nelle tecniche di vendita tradizionali si insegna a favorire l'acquisto mediante l'uso di opportune domande: in tal modo, però, non si suscita un desiderio, al massimo si evidenzia una necessità. Sono cose assai diverse: il desiderio porta all'acquisto, la necessità porta... a un disperato tentativo di farne a meno.
Gli uffici marketing e vendite hanno convenienza a investire molto tempo, fatica e risorse nella definizione di come il prodotto è presentato al cliente nei primi dieci secondi: ciò viene spesso fatto nel merchandising, ma, altrettanto spesso, è, purtroppo, infelicemente trascurato nel pianificare l'attività dei venditori, nonché in alcune scelte dei vari P del marketing.
Il "gusto" insegna come organizzare e definire il "format comunicativo", cioè lo strumento per cui il cliente si formerà un'immagine del prodotto intimamente collegata con un feroce desiderio. Aziende nostre clienti che hanno accolto questo suggerimento per incrementare le vendite di un prodotto, hanno ottenuto aumenti fino oltre il 1000 %. Il metodo può essere applicato anche all'implementazione dell'immagine aziendale.
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Libertà e collaborazione
La libertà di una persona definisce i confini della collaborazione e la collaborazione definisce i confini della libertà.
Il libero arbitrio non è un'illusione: esso è concentrato in una singola e ben specifica “rotella” del complesso ingranaggio costituito dalla mente. Conoscere in che modo si origina la libertà umana aiuta a comprendere come usarla al meglio.
La collaborazione non è un semplice desiderio: essa è frutto di un principio antropico universale, che però, nel corso della storia, è stato distorto per favorire specifici interessi. È necessario conoscere questa evoluzione, per sviluppare la capacità di una collaborazione priva di distorsioni ed adeguata i tempi.
Libertà e collaborazione non sono in antitesi, ma solo indagando in profondità il significato di tali vocaboli è possibile scoprire in che modo libertà e collaborazione possono essere coordinate, per raggiungere risultati importanti, talora addirittura stupefacenti.
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Come vincere sempre (in un videogioco e nella vita)
Questo "gusto" introduce riflessioni filosofiche inconsuete per aiutare le persone a "non perdersi" di fronte agli insuccessi, ai giudizi, allo stress, alle urgenze che abbattono i progetti di lungo termine, alla necessità di mantenere un corretto rapporto fra lavoro e vita privata.
I filosofi lo sanno da 2500 anni: non possiamo sapere se l’Universo che ci circonda è reale o è virtuale. Considerarlo reale è l’abitudine. Ritenere, invece, che sia un gigantesco videogioco, permette di facilitare enormemente il raggiungimento del benessere spirituale e materiale.
Il "gusto" rende credibile l'ipotesi spiegando in che modo è possibile ingannare i cinque sensi e portare la mente ad “inventare” la materia, lo spazio ed il tempo, qualora si assuma che essi non esistano in realtà.
Si percorrono cinque approfondimenti successivi, ciascuno dei quali è un alto gradino che sempre più conduce alla capacità di comunicazione costruttiva nel lavoro ed al benessere nella vita privata.
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Come "parlare" all'inconscio altrui
È possibile comunicare con l'intelligenza emotiva (inconscia) di un interlocutore, all'insaputa della sua intelligenza razionale. Ciò avviene quotidianamente, con varie reazioni, che vanno dalla generazione di desideri all'ipnosi.
Questo "gusto" vuole presentare una panoramica, il più possibile completa, del fenomeno. Si discuteranno due temi: il "linguaggio" con cui comunicare all'inconscio e i mezzi per evitare che l'intelligenza razionale dell'interlocutore "ci cacci il naso dentro", perché ciò modificherebbe il messaggio che si vorrebbe destinato all'inconscio.
Per ragioni etiche, si presenta il modello teorico, senza suggerire alcuna applicazione pratica: ognuno potrà creare le sue secondo utilità e coscienza.
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